Profumo di legna, suoni di campanacci e antiche tradizioni tornano protagonisti in Barbagia: l’11 e 12 ottobre Autunno in Barbagia animerà Gavoi, Lollove, Onanì e Tonara, quattro borghi per raccontare il cuore della Sardegna.

Autunno in Barbagia 2025

  • Gavoi - 11 / 12 Ottobre

    Circondato da colline e monti e accarezzato dai corsi d’acqua del Taloro, Gavoi si trova nel cuore pulsante della Sardegna, in un paesaggio che alterna vallate luminose e boschi fitti di roverelle, lecci, castagni e agrifogli. Un territorio che conserva ancora la sua anima pastorale, dove il ritmo della natura scandisce la vita quotidiana.

    Nel centro storico, le vie lastricate e le case in granito raccontano l’identità barbaricina con un’eleganza semplice. Passeggiando tra i balconi fioriti e le piazze raccolte si arriva alla chiesa di San Gavino, costruita nel XVI secolo in stile tardo gotico e riconoscibile per il rosone in vulcanite rossa e il portale barocco.

    Il legame con le tradizioni locali rivive nel Museo Etnografico Casa Porcu Satta, dove si possono ammirare abiti tradizionali, strumenti musicali e i giocattoli d’un tempo. Qui spicca su tumbarinu, il tamburo che accompagna i celebri Tumbarinos, simbolo musicale di Gavoi.

    Oltre alle tradizioni e all’artigianato, Gavoi è oggi conosciuto anche per la sua vivace scena culturale grazie al festival letterario “L’Isola delle Storie”, appuntamento estivo che dal 2004 riunisce scrittori, artisti e appassionati provenienti da tutta Italia.

    Chi desidera scoprire le radici più antiche del paese può visitare i siti archeologici nei pressi della chiesa di Sa Itria, dove si erge il menhir Sa Perda Longa, alto più di tre metri, o le domus de janas di S’iscrithola e Gurrai, testimonianze suggestive del periodo prenuragico. Nei punti più elevati, tra sorgenti e colline, si incontrano i nuraghi, tra cui spicca quello di Talaichè, con la sua copertura a tholos ancora intatta.

    La campagna circostante è un mosaico di pascoli e orti, con filari di noci e ciliegi che accompagnano i terreni coltivati a fagioli, pomodori, cavoli, zucche e le celebri patate di Gavoi, protagoniste di sagre e progetti di valorizzazione del territorio.

    Programma Gavoi 
  • Lollove - 11 / 12 Ottobre

    A pochi chilometri da Nuoro, Lollove accoglie i visitatori come un luogo fuori dal tempo. Piccolo e silenzioso, conserva l’anima di un passato che continua a vivere tra le sue pietre e i suoi vicoli.

    Le prime testimonianze sul paese risalgono al Medioevo, quando faceva parte al Giudicato di Gallura e alla diocesi di Galtellì. Divenuto frazione di Nuoro nella seconda metà dell’Ottocento, il borgo fu colpito duramente dall’epidemia di vaiolo del 1860 e da una successiva carestia, eventi che ne causarono lo spopolamento. L’isolamento, però, ha permesso che Lollove mantenesse intatta la struttura urbanistica originaria, divenendo oggi uno dei centri più autentici della Sardegna.

    Passeggiando tra le viuzze lastricate in pietra si incontrano case in granito, muretti a secco e piccoli orti dove crescono ancora alberi da frutto. Le poche famiglie rimaste, legate all’agricoltura e all’allevamento, continuano a tramandare le antiche usanze e i racconti di questo luogo straordinario.

    Una leggenda accompagna da secoli la storia del paese. Si narra che alcune monache, accusate di aver intrecciato relazioni con i pastori, furono costrette a lasciare il convento e, allontanandosi, lanciarono una maledizione: “Lollove as a esser chei s’abba ’e su mare: no as a crèschere ne apparèschere mai”, ovvero “Lollove sarai come l’acqua del mare, non crescerai né mostrerai (di crescere) mai”.

    Forse per questo, Lollove sembra davvero sospeso in un incantesimo. Il silenzio che avvolge il borgo, rotto solo dal vento o dal passo degli animali, crea un’atmosfera surreale che ha ispirato molti artisti, tra cui Grazia Deledda, che vi ambientò il romanzo La madre (1920).

    Programma Lollove 
  • Onanì - 11 / 12 Ottobre

    Secondo una leggenda, il nome di Onanì deriverebbe da un antico capotribù nuragico, Onanie, da cui avrebbe preso il nome il villaggio originario. Le tracce del passato sono ovunque: menhir, domus de janas, nuraghi, tombe dei giganti e il pozzo sacro di Muros d’Avria raccontano la vita e la spiritualità delle antiche popolazioni sarde, in un territorio abitato fin dal terzo millennio a.C.

    Il paesaggio di Onanì si distingue per la sua varietà: colline morbide e boschi di roverella si alternano a vallate e pascoli attraversati dai sentieri della transumanza. Tra la macchia mediterranea si avvistano cinghiali, lepri e pernici, mentre le greggi al pascolo testimoniano il legame profondo della comunità con la pastorizia, ancora oggi parte essenziale dell’economia locale. Lungo il corso del Riu Mannu si incontrano i caratteristici sos cuiles, antichi rifugi in pietra un tempo usati dai pastori durante le lunghe traversate stagionali.

    Nei dintorni del paese meritano una sosta i siti archeologici e le chiese campestri immerse nella natura. Tra queste, la chiesa di Santu Pretu, costruita nell’XI secolo in conci di granito con una rara copertura in lastre di scisto, sorge accanto all’omonimo nuraghe, silenzioso custode dell’antica civiltà sarda.

    Passeggiando nel centro storico, lo sguardo è catturato dai murales che decorano le pareti delle abitazioni. Realizzati dal pittore Diego Asproni tra il 1984 e il 1990, e in seguito arricchiti da artisti dell’Accademia di Brera, ritraggono scene di vita quotidiana, mestieri, feste e momenti religiosi. Tra le opere più suggestive spiccano La Natività e La Crocifissione di Cristo, che accompagnano il cammino verso la chiesa parrocchiale del Sacro Cuore, edificata nel 1866 al posto della più antica Santa Maria, di cui restano gli archi gotici.

    Nel portale della parrocchiale risplendono le formelle bronzee di Pinuccio Sciola, dedicate alla Passione e Resurrezione di Cristo, autentico incontro tra arte sacra e contemporaneità. Completano il percorso spirituale le chiese di San Bachisio, San Francesco, Sant’Elena e dei Santi Cosma e Damiano, testimonianze di antichi culti di origine bizantina che continuano a raccontare la storia di questo territorio senza tempo.

    Programma Onanì 
  • Tonara - 11 / 12 Ottobre

    Il nome di Tonara potrebbe derivare dai termini sardi toni e toneri, che indicano le rupi calcaree che circondano il paese, spettacolari formazioni rocciose abitate fin dal Neolitico. Incastonato tra montagne e vallate, Tonara è un borgo dove natura, artigianato e poesia si intrecciano, rendendolo una delle tappe più affascinanti di Autunno in Barbagia.

    Conosciuto come il paese dei torronai, è celebre in tutta la Sardegna per il suo torrone artigianale, preparato con miele, nocciole e noci provenienti dai boschi circostanti. Alle sagre e alle feste dell’isola, i venditori di Tonara portano con sé il profumo dolce del miele e il calore delle tradizioni. Accanto a questa produzione simbolo, sopravvive un sapere antico: quello degli artigiani che realizzano sonaggias e pittiolos, i tradizionali campanacci in bronzo e ferro usati per le greggi.

    Nei rioni storici di Arasulè, Toneri e Teliseri, le stradine acciottolate sono fiancheggiate da case in scisto con i caratteristici balconi coperti, s’istauleddos ammantaos, che un tempo collegavano le abitazioni da un lato all’altro della via. Tra gli edifici più significativi spicca Casa Porru, antica dimora padronale poi adibita a carcere, oggi sede del Museo Etnografico e degli Antichi Mestieri, dove si conservano arredi originali, pavimenti in terra battuta e travature lignee.

    Tonara ha dato i natali al poeta Peppino Mereu (1872–1901), autore di versi che hanno raccontato l’identità e le emozioni della Barbagia. La sua presenza vive ancora tra le piazze e i vicoli che portano il suo nome, a testimonianza del legame profondo tra parola e memoria.

    Il paesaggio di Tonara è un intreccio di castagni secolari, lecci, roverelle e sughere, tra cui spuntano agrifogli e lillà selvatici. In località Monte de Susu resistono maestosi alberi monumentali, veri custodi della memoria del territorio.

    Dalla parte alta del borgo si snodano sentieri escursionistici che conducono verso il Monte Muggianeddu (1469 m) e la Conca Giuanni Fais (1499 m), attraversando boschi, ruscelli e valloni. È qui che il silenzio della montagna accompagna il passo del viaggiatore, mentre nell’aria si mescolano i profumi di miele e castagne.

    Programma Tonara 
    • Ottobre

      • 11 — 12 Gavoi
      • 11 — 12 Lollove
      • 11 — 12 Onanì
      • 11 — 12 Tonara
      • 18 — 19 Belvì
      • 18 — 19 Orgosolo
      • 18 — 19 Sorgono
      • 25 — 26 Olzai
      • 25 — 26 Ottana

    • Novembre

      • 01 — 02 Desulo
      • 07 — 08 — 09 Mamoiada
      • 08 — 09 Ovodda
      • 15 — 16 Nuoro
      • 15 — 16 Tiana
      • 22 — 23 Atzara
      • 22 — 23 Ollolai
      • 29 — 30 Gadoni
      • 29 — 30 Oniferi
    • Dicembre

      • 06 — 08 Fonni
      • 13 — 14 Ortueri
      • 13 — 14 Orune
      Il Calendario