• Settimana Santa in Sardegna: il racconto di una fede che attraversa l'isola InSardegna. La Settimana Santa non è solo un appuntamento liturgico, ma una narrazione corale che si rinnova ogni anno tra silenzi, canti e processioni. Dal nord al sud dell'isola, ogni comunità mette in scena, con linguaggi propri, la Passione, Morte e Resurrezione di Cristo, dando vita a un patrimonio immateriale di straordinaria forza emotiva e identitaria.

  • Il ruolo delle confraternite nei riti della Settimana Santa In Sardegna

    gran parte dei riti legati alla Settimana Santa è affidata alle confraternite, gruppi religiosi che uniscono persone di ogni età e provenienza sociale, legate da uno spirito di fratellanza e da un forte senso di appartenenza. Sin dalle origini, queste associazioni si sono distinte per la loro organizzazione rigorosa e per l’impegno nei momenti più delicati della vita comunitaria. La loro presenza sull’isola è documentata già a partire dal Quattrocento, con una diffusione sempre più capillare tra il XVI e il XVII secolo. Alcune si svilupparono a partire dai gremi di mestiere, unendo gli artigiani in associazioni che avevano anche scopi di mutuo aiuto e solidarietà. Tra le attività più nobili, c’erano l’assistenza agli ammalati, il supporto ai poveri e l’accompagnamento spirituale dei condannati a morte, ai quali veniva garantita una sepoltura dignitosa. In casi eccezionali, alcune confraternite avevano anche il privilegio di intercedere per la grazia di un condannato a morte il giorno del Venerdì Santo.

  • Un esempio importante è la cappella dei condannati nella chiesa di San Martino a Oristano, legata proprio a questa antica tradizione. Oggi le confraternite si occupano soprattutto della preparazione e dello svolgimento dei riti religiosi, in particolare quelli della Settimana Santa. Ogni confraternita possiede i propri simboli e colori, e spesso è intitolata a un santo specifico. Nonostante lo spirito di fratellanza, nei secoli passati non mancavano rivalità accese tra confraternite vicine, che talvolta sfociavano anche in tensioni durante le processioni. Per contenere tali episodi, la Chiesa fu costretta a introdurre regole severe: nel 1754, ad esempio, l’arcivescovo di Cagliari vietò le processioni notturne e limitò la visita ai Sepolcri al solo ambito parrocchiale. A Sassari provvedimenti simili furono adottati nel 1860. Oggi il clima è più disteso, ma in alcune occasioni si può avvertire ancora una sana rivalità, in particolare tra i gruppi di cantori. 

  • Tra le celebrazioni più antiche e coinvolgenti dell’isola, spiccano i riti di Castelsardo, che ogni anno trasformano il borgo medievale in un palcoscenico di fede e memoria condivisa.

    Castelsardo rinnova ogni anno uno dei riti più solenni e partecipati della Settimana Santa in Sardegna: il Lunissanti, la storica processione dei Misteri che prende il nome dal lunedì santo, giorno in cui si svolge.

    Le sue origini risalgono all’XI secolo, quando la spiritualità popolare si esprimeva anche attraverso forme sceniche e simboliche, nate all’interno dei primi movimenti monastici e poi estese dalle chiese alle strade, coinvolgendo l’intera comunità.

    Durante la processione, i Misteri sfilano tra un coro e l’altro della confraternita, suddivisi in due gruppi. il primo comprende lu caligiu (il calice), la guanta (il guanto), la caddena (la catena), la culunna (la colonna) e li disciplini (la frusta); il secondo comprende la curona (la corona di spine), la crogi (la croce), la scala, lu malteddu (il martello), la tinaglia (la tenaglia), la lancia e la spugna.

    Ogni Mistero rappresenta un preciso episodio della Passione di Cristo.

    I confratelli che portano i Misteri e i cantori indossano lo stesso abito bianco a sacco, stretto in vita da un cilicio. Si distinguono solo per il cappuccio: sollevato sulla fronte dai cantori, abbassato dagli apoltuli, i portatori.

    Il rito non ha un regista: è il risultato di una preparazione corale e condivisa, che si manifesta nella naturale alternanza tra canto e cammino.

  • Anche nel sud della Sardegna, e in particolare a Cagliari, la Settimana Santa si rinnova con una forza simbolica profonda, intrecciando riti secolari e tradizioni popolari nei quartieri storici della città.

  • Sa Pasca Manna: la Pasqua a Cagliari

    A Cagliari, la celebrazione della Santa Pasqua, conosciuta come “Sa Pasca Manna”, rappresenta uno dei momenti più intensi e suggestivi della tradizione religiosa cittadina. Le sue origini affondano nel periodo della dominazione spagnola e ancora oggi, secoli dopo, le vie dei quartieri storici si animano di antichi riti, processioni solenni e canti che scandiscono i passaggi più drammatici della Passione, della Morte e infine della Resurrezione di Cristo.
    Le celebrazioni coinvolgono profondamente i quattro quartieri storici — Castello, Stampace, Marina e Villanova — che con le loro chiese diventano luoghi vivi di preghiera, memoria e partecipazione. È una tradizione che unisce sacro e popolare, emozionando fedeli e visitatori attraverso gesti tramandati nel tempo.
    Le celebrazioni hanno inizio il Venerdì di Passione, che precede la Domenica delle Palme, con la Processione dei Santi Misteri (Is Misterius). Dall’oratorio del Santissimo Crocifisso in piazza San Giacomo partono sette statue del XVIII secolo, ognuna destinata a una diversa chiesa del centro.
    Alla Domenica delle Palme, nella chiesa di San Giovanni, alle ore 12 viene rimosso il simulacro di Gesù Crocifisso dalla cappella, segnando l’inizio della Settimana Santa.
    Il Martedì Santo è il giorno della Processione dei Misteri di Stampace, mentre il Mercoledì Santo si svolge il rito della vestizione della Madonna Addolorata.
    Il Giovedì Santo è il momento del tradizionale pellegrinaggio alle Sette Chiese. Alle 20 circa, parte dalla chiesa di Sant’Efisio una processione in cui il santo, vestito a lutto con un pennacchio nero sull’elmo, visita sette chiese della città.

  • Il Venerdì Santo è il cuore delle celebrazioni. Dalla chiesa di San Giovanni parte la grande processione del Cristo Crocifisso, coperto da un baldacchino bianco e accompagnato dalla statua della Madonna Addolorata, con il petto trafitto dalla spada dei sette dolori. Due bambini impersonano San Giovanni e Maria Maddalena. Aprono il corteo due stendardi del Settecento, che raffigurano i simboli della Passione: il gallo, i chiodi, la spada, il mantello e i dadi dei soldati romani. Entro le ore 17 del Sabato Santo, il simulacro del Cristo rientra nella chiesa di San Giovanni.
    Il Sabato Santo si apre con il rito de Su Scravamentu, la deposizione del Cristo dalla croce. Il corpo viene deposto su una lettiga decorata con veli e pizzi, e nel pomeriggio viene accompagnato nel viaggio di ritorno verso la chiesa.
    S’Incontru: la Pasqua a Cagliari
    La Domenica di Pasqua, alle ore 11, va in scena uno dei momenti più emozionanti: S’Incontru. In piazza San Giacomo si celebra l’incontro tra il Cristo Risorto e la Madonna. I simulacri, vestiti a festa, si salutano con tre inchini reciproci in via Garibaldi, per poi procedere fianco a fianco verso la chiesa di San Giacomo. Il Cristo indossa una fascia rossa e oro e l’aureola, mentre la Madonna ha un abito bianco con manto azzurro, corona e un bouquet di fiori.
    La domenica successiva, entrambi i simulacri vengono riportati all’oratorio del Santissimo Crocifisso, dove sono custoditi.
    Epilogo e riti di chiusura
    Il Lunedì di Pasqua, nel quartiere di Stampace, si tiene una processione votiva in onore di Sant’Efisio, considerata un preludio alla grande festa del 1° maggio. I giorni successivi alla Pasqua sono dedicati a Is Inserrus, la chiusura simbolica dei riti quaresimali: i simulacri vengono riposizionati nelle loro cappelle, in un gesto di fine e di attesa per il prossimo ciclo liturgico.

  • In tutta la Sardegna, durante la Settimana Santa, si svolgono numerose processioni e manifestazioni cariche di significato, ognuna con le sue peculiarità. È difficile scegliere quale raccontare per prima, ma abbiamo deciso di portarvi a Iglesias, dove la tradizione si intreccia con una liturgia secolare e coinvolge l’intera comunità.

  • I riti della Settimana Santa a Iglesias

    A Iglesias, i riti della Passione di Cristo affondano le radici nel XVII secolo e sono organizzati dall’Arciconfraternita del Santo Monte della Beata Vergine della Pietà, nota anche come Arciconfraternita di San Michele, dal nome della chiesa che ne ospita la sede.
    L’origine dell’associazione è però molto più antica: risale all’epoca della dominazione pisana, quando fu fondata come Compagnia dei Flagellanti. Inizialmente riservata ai cittadini più abbienti, con il tempo la confraternita si è aperta a tutti, purché il candidato sia riconosciuto per rettitudine morale ed esemplare fede religiosa. I membri, chiamati anche Germani, portano avanti una tradizione di fede e servizio che ha attraversato i secoli. Il 16 novembre 1616, Papa Paolo V elevò ufficialmente l’associazione al rango di arciconfraternita, aggregandola all’Arciconfraternita del Gonfalone di Roma.
    I riti pasquali si aprono il Martedì Santo, con la solenne Processione dei Misteri. Il corteo parte dall’Oratorio di San Michele, edificato nella prima metà del Cinquecento e ampliato nel 1727, per poi fare tappa nella Cattedrale di Santa Chiara e nella Chiesa di San Francesco, prima del ritorno alla sede originaria. Durante il percorso, i confratelli portano in processione sette simulacri, attribuiti alla bottega dello scultore settecentesco Giuseppe Antonio Lonis.
    Tra le statue, una delle più ammirate è quella che raffigura Gesù nell’Orto degli Ulivi, inginocchiato sotto un vero albero di ulivo, offerto ogni anno da un cittadino (in passato, spesso un proprietario terriero della zona). In ciascuna tappa, un sacerdote tiene una predica: in cattedrale sul tema della Passione di Cristo, mentre nella chiesa di San Francesco viene ricordata la sofferenza della Vergine Addolorata.

  • La Settimana Santa in Sardegna è un momento di intensa partecipazione popolare e spirituale, che unisce riti secolari e atmosfere suggestive in ogni angolo dell’isola. In questo articolo abbiamo raccolto alcune curiosità legate alle celebrazioni di Castelsardo, Cagliari e Iglesias, tre città simbolo per la ricchezza dei loro riti. A seguire, troverai il calendario degli appuntamenti più significativi in tutta la Sardegna.