I bicchierini per liquore accompagnano uno dei momenti più piacevoli della giornata, in Sardegna: il dopo cena. Una volta terminate le portate, la tavola si trasforma in un luogo di calma e convivialità, dove restano le voci, le risate e il tempo per stare insieme. È il momento delle chiacchiere lente, dei racconti che si intrecciano, delle confidenze che trovano spazio solo a fine serata.
Bicchieri per Liquori in Sardegna
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Che sia in vacanza, ospite da amici, in famiglia o in un piccolo agriturismo, il momento magico del dopo cena in Sardegna è caratterizzato da un rituale ben preciso.
Ad un tratto, sulla tavola spuntano una o due bottiglie "della casa", oppure una riserva speciale tenuta in cantina per le grandi occasioni. Una volta fatte le dovute presentazioni, ecco il doveroso bicchierino: rifiutare è difficile, se non impossibile, poiché al rituale si accompagna un senso di ospitalità ed esclusività a cui è difficile dire di no.
E se si accetta l'invito, inizia un momento lento e quasi sonnacchioso, che tra la digestione e il dolce finale si accompagna alla degustazione dei liquori locali.Un bicchierino di liquore diventa allora il compagno naturale di queste conversazioni. Che sia mirto, filu ’e ferru, pompìa o un limoncello ghiacciato, ciò che conta è il gesto semplice di versare e condividere. Serviti in bicchierini in ceramica, questi sorsi si trasformano in momenti che uniscono calore e tradizione.
In Sardegna tre liquori raccontano meglio di altri l’identità dell’isola: il mirto, simbolo più conosciuto; il filu ’e ferru, forte e legato a storie di ingegno; e il meno noto liquore alla pompìa, raro e sorprendente come il frutto da cui nasce. Tre esperienze di gusto diverse, da scoprire insieme ai bicchierini che le accompagnano.
Per me, un bicchierino di filu ’e ferru
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Il filu ’e ferru è l’acquavite tradizionale della Sardegna, conosciuta anche come abbardente. Il nome curioso ha una spiegazione molto pratica, che rimanda all’Ottocento. Con l’annessione dell’isola al Regno Sabaudo, la produzione di distillati casalinghi venne rigidamente regolata: servivano concessioni e si pagavano tasse elevate. Molti contadini e pastori continuarono però a produrre acquavite in modo clandestino, soprattutto per consumo familiare.
Per non farsi scoprire, bottiglie e piccoli alambicchi venivano nascosti sotto terra. Il problema era ricordare il punto esatto: e così nacque l’espediente del filo di ferro. Lo si lasciava spuntare appena dal terreno, come un segno discreto ma riconoscibile. Da qui l’espressione filu ’e ferru, che da trucco ingegnoso è diventata il nome stesso del distillato.
Oggi il filu ’e ferru non è più un prodotto “da nascondere”, ma un simbolo della convivialità sarda. Si ottiene distillando vinacce di Cannonau, Vernaccia o Vermentino, ed è apprezzato per la sua forza alcolica e per i profumi intensi, spesso arricchiti da essenze aromatiche locali.
Un bicchierino di Pompìa?
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Che cos'è la pompìa?
La pompìa è un agrume che si trova solo a Siniscola, in Baronia. Ed è già una stranezza, perché non è un limone, non è un cedro, non è un’arancia: è una cosa a sé. I botanici ancora discutono se sia un ibrido o una varietà antica, ma la verità è che nessuno la coltiva fuori da lì. Per secoli la pompìa non è stata utilizzata per produrre liquori, bensì dolci. Quello più famoso è “sa pompìa intrea”: si prende il frutto intero, lo si fa bollire a lungo, poi lo si candisce e lo si ricopre di miele. È un dolce da cerimonia, da matrimoni, dalle grandi feste di paese. Non lo prepari tutti i giorni: ci vogliono ore di lavoro, e proprio per questo è diventato il simbolo delle grandi occasioni.Il liquore alla pompìa è una storia recente. Nasce dall’idea di valorizzare un frutto unico, trasformandolo in un liquore originale. Il risultato ricorda il limoncello o i liquori di cedro, ma con un carattere tutto suo, più intenso e più raro.
Oggi la pompìa è stata riconosciuta come Presidio Slow Food. È un modo per dire: “Attenzione, qui c’è un prodotto che rischiava di sparire e che invece fa parte dell’identità di un territorio”. E così, da frutto locale quasi dimenticato, è diventata un piccolo simbolo della Sardegna che resiste, un legame tra la cucina di ieri e quella di oggi.
Sorseggiando un bicchierino di Mirto
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Il mirto non è solo un liquore: è un frammento di storia quotidiana della Sardegna. Le bacche dell'omonima pianta della macchia mediterranea venivano usate già in epoca antica, ma tra XIX e XX secolo diventano protagoniste di un rito domestico: l’infusione in alcol. Ogni famiglia aveva la sua ricetta, con differenze minime che facevano la differenza: la quantità di zucchero, il periodo di raccolta, persino l’esposizione al sole durante la macerazione.
Esistono due mirti diversi: quello rosso, ricavato dalle bacche mature, dal gusto pieno e avvolgente, e quello bianco, ottenuto dalle foglie e dai germogli, più secco e resinoso. Due anime della stessa pianta che raccontano l’ingegno delle comunità rurali.
Oggi chi visita la Sardegna può scoprire il mirto anche come esperienza di gusto: nelle case, dove viene offerto come segno di benvenuto, nelle feste di paese o nelle degustazioni organizzate nelle aziende agricole. In tutti questi contesti, un bicchierino freddo non è solo un digestivo: è un atto di ospitalità, un modo diretto di condividere identità e memoria.
Più che un liquore, il mirto è un linguaggio comune. Ogni sorso riporta al profumo della macchia mediterranea e a un gesto che, da semplice abitudine domestica, è diventato parte dell’esperienza culturale e gastronomica della Sardegna.
Perchè regalare Bicchierini per liquori?
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Quando si scelgono i bicchierini da liquore, la decisione è prima di tutto personale e riflette i propri gusti. C’è chi preferisce un set coordinato, con lo stesso decoro e colore, per dare alla tavola un aspetto armonico ed elegante. Altri invece amano creare composizioni miste, variando i motivi decorativi ma mantenendo una base cromatica coordinata: un piccolo accorgimento che permette di giocare con le sfumature senza perdere equilibrio visivo.
I bicchierini in ceramica realizzati a mano offrono entrambe le possibilità. Possono diventare un set uniforme e raffinato oppure una collezione vivace e personalizzata, capace di trasformare ogni brindisi in un momento unico.
E proprio come ogni pezzo d'artigianato sardo possono essere un’ottima idea regalo: per una persona che conosciamo bene e di cui sappiamo i gusti, ma anche per noi stessi, quando vogliamo concederci un dettaglio speciale che arricchisca la nostra tavola e i nostri momenti di convivialità.
I nostri bicchierini da liquore artigianali
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